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Londra - anni '70

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    Dylan me l'avrebbe pagata. In un modo o nell'altro mi sarei riuscito a vendicare. Ehi, cosa importa se lo dico tutte le volte? Non è forse vero che mantengo la parola data? D'accordo, non sempre, però... ci provo, ecco. E poi non è mica colpa mia se mio fratello è giusto un pò più violento del sottoscritto! Per non parlare delle sue tecniche di lotta... e delle ripercussioni che ha il cercare di vendicarsi contro di lui o quella marmaglia dei suoi amici. Dylan è un pò il capro espiatorio, ecco. O meglio, è sempre anche colpa sua, ma magari, materialmente, non è stato l'artefice di una delle mie sfighe.
    Di cosa sto parlando? Beh, per l'ennesima volta, qulacuno si era divertito a conciare malissimo la mia vecchia e scassata bicicletta. Già di suo, quell'affare è messo parecchio male. Se poi viene riempito di colla ed altre schifezze, e le ruote finiscono per scoppiare a metà strada... è finita. Fortunatamente i freni sono già rotti di loro, quindi non si erano accaniti anche su di loro. Comunque, scherzi idioti del genere erano sempre opera di Dylan e compagnia, quindi lui avrebbe pagato. Certo, prima mi sarei dovuto inventare qualcosa di sensato e molto sadico, ma l'avrebbe pagata. Alle conseguenze non volevo pensare... non ora, almeno!
    Essendo ovviamente già in ritardo, non avevo avuto il tempo di ripulire del tutto quel ferrovecchio, e, come se non bastasse, le gomme erano partite quando non ero nemmeno a metà strada. Fregandomene, avevo continuato a pedalare, imprecando a denti stretti contro tutto e tutti, Dylan per primo. Ho un buon rapporto con mio fratello, cosa credete? Semplicemente, siamo completamente opposti, in quanto carattere, quindi, se permettete, c'è un certo attrito tra di noi. Per non parlare del fatto che, insieme ai suoi amici, quell'idiota di mio fratello non diventi ancora più snervante, per non... per non dire altro, ecco.
    Comunque, torniamo a me. In fondo vi dovrei parlare della vita del sottoscritto, no? Non di quel rompiscatole di mio fratello. Quindi, ecco, dopo mille peripezie, degne dell'antieroe di un qualche libro moderno, ero arrivato ai cancelli della mia tanto amata scuola. Fortunatamente, c'era ancora parecchia gente, in giro. Mi stupisco ancora della mia super velocità negli spostamenti! Forse, anzi, sicuramente non dovrei farlo. Ma non importa... avevo ben altro a cui pensare, ora! Sgattaiolai a parcheggiare la bicicletta, sentendomi parecchi sguardi addosso. Non solo arrivavo su quel vecchio macinino, ma, per giunta, ora sembrava pure una sorta di pollaio in movimento, o qualcosa del genere. Per quanto la mia bici possa essere una schifezza, però, le voglio bene. Ci tengo, ecco. E' una cosa che passa di generazione in generazione, e non mi stupirei se la scoprissi uno dei primi modelli!
    Sistemata la scasso-bike, mi diressi verso l'entrata. Inizialmente non mi resi cono della quantità spropositata di gente che c'era lì davanti. Diciamo pure che l'ingresso era completamente imballato. Mmh, parecchio strana, come cosa. Perchè mai tutta quell'affluenza? Beh, qualunque cosa fosse, io volevo passare. Di certo non avevo fatto tutta quella corsa per niente! Dovevo arrivare in classe in tempo, prima che fosse troppo tardi. Così, mi infilai senza troppo entusiasmo in mezzo a quella calca, sperando di cavarmela in fretta. Purtroppo, però, le mie spallate non erano esattamente efficaci... per poco non finii per terra, schiacciato da tutta quella gente.
    Dannazione, già cominciava a girarmi la testa...! Non sono esattamente un animale sociale. Anzi, diciamo pure che non lo sono affatto. Non sopporto la confusione, mi... soffoca. Tutte quelle voci, quelle persone... immobile, peggio di una sardina in scatola, chiusi gli occhi per un attimo. Fu proprio allora che una voce forte e chiara arrivò alle mie orecchie...
    "Salviamo le marmotte!"

    Hugo Cox~ the outsider?

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    Sistemai il simbolo della pace, poggiato proprio accanto alla radio, mentre con un sorrisone a mille denti chiudevo gli occhi sospirando. Ah, amavo quella canzone. Riaprii gli occhi all'istante, al sentire un tizio gridarmi "Attenta!!Con gli occhi chiusi si guida?"- e gliel'avrei anche fatta passare se solo non avesse aggiunto "hippie del cavolo". E allora, eehe, allora si che Dawn Fox reagiva. Aggrottia la fronte, girando il volante e sbattendo proprio contro la macchina del tizio grasso ed antipatico.
    Poi, dopo una sgignazzata gli feci un gestaccio :-"Tiè, renditi utile e va a spalare il letame!!"-. Inutile dire che dopo questa mia uscita partii a tutto gas. Okay, lo ammetto, non era stata una grande idea chiudere gli occhi..ma..wow, ragazzi..Helter Skelter alla radio, non so se capite!! E per cui eccomi lì, nel mio furgoncino stupendo a cantare a squarciagola "Tell me tell me tell me come on tell me the answer", mentre vedevo qualche tizio e qualche tizia che mi guardava sconcertato/a, dalla loro macchina normale, con i loro vestiti normali, le loro facce normali e la solita seccante espressione normale. Che palle!!!! Da tagliarsi le vene, sul serio.
    Comunque, arrivai a scuola piuttosto in fretta, sarà anche per la mia guida leggermente spericolata. Spensi l'auto, dicendo addio alla radio e scesi dal furgoncino. Feci il giro, aprendo poi gli sportelli posteriori e , come ogni mattina, organizzando il mio "palco". Presi lo striscione, distendendolo e attaccandolo poi ad un palo e ad un altro palo, in modo che la scritta si vedesse bene.
    Poi tirai fuori la mia radio mettendo su un pò di musica, a basso volume. Sospirai, controllando che fosse tutto apposto e poi ecco, presi il mio megafono. E fui pronta. "Amici!"- dissi, con voce alta, in piedi su uno scatolone. "Studenti! Compagni di vita, Abitanti di questo mondo!", continuai, mentre lentamente una certa folla cominciava a farsi vedere attorno alla mia postazione. "A lungo abbiamo permesso questi scempi in casa nostra, nella nostra Terra. Ma dobbiamo farci sentire, dobbiamo far sapere che non siamo d'accordo! Loro sono creature speciali, esseri viventi come noi! Trattiamoli come tali!"- dissi, con foga, sentendo davvero questa causa.
    E molta gente mi ascoltava, interessata, confusa, anche piuttosto gasata dalla mia..passione, forse. Guardai il mio pubblico con orgoglio, mentre sentivo l'emozione crescermi dentro, contenta di aver toccato il cuore di coetanei sensibili. Ah, che soddisfazione. Continuai ad incitarli per un pò, invitandoli a leggere il cartello e cercando di trasmettere convinzione anche a loro, la stessa convinzione che provavo io, ogni giorno, nel voler salvare quele povere creature. "Se anche voi, come me, sentite lo scorrere della vita dentro di voi e non volete che esso si macchi di sangue innocente.."- ripresi a parlare, con voce forte e arrabbiata. "Unitevi a me in questa lotta! Io dico: Salviamo le marmotte bianche del Paraguay!!!" - e un boato di approvazione si sollevò tra il pubblico. Riconobbi molti dei miei amici lì a fare il tifo per me e quasi mi venne da piangere. Ah, era cosi appagante sentirti sapiti e sostenuti, non trovatea anche voi?

    Dawn Fox ~ strawberry fields forever

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    Salviamo le marmotte? Ma dove diavolo ero finito? Ad un raduno di animalisti? Ehi, però, frenate un attimo. Io stesso potrei definirmi animalista, per certi versi. Farei fuori tutte quelle persone che non se ne fregano minimamente di ciò che ci circonda. Animali in particolare. Loro sono molto più furbi di noi. Se ne stanno sulle loro, non fanno del male a nessuno, non sono cattivi come molta gente. Sono molto, molto meglio di noi esseri umani.
    Comunque, digressione a parte, non era di certo il quello il posto per mettersi a fare una campagna pro animali. Così, davanti alla scuola, in balia di tutto e di tutti? Probabilmente, chiunque fosse, sarebbe stato presto linciato. Non sempre gli studenti sono clementi, in queste cose, credetemi. Spesso il menefreghismo copre ogni altra cosa.
    Da un certo punto di vista, però, trovai che la cosa fosse... bella, in fondo. Significava libertà di parola, di pensiero, e, d'accordo, difesa per quegli animaletti chiamati marmotte. Certo, il fatto che fossi finito imbottigliato in tutta quella dannata folla non mi piaceva affatto, però...
    Annaspai, imprecando in modo anche piuttosto sonoro. Qualcuno mi aveva appena tirato una gomitata nello stomaco, o qualcosa del genere. Per quanto riuscissi, visto tutto quel casino, mi ero ritrovato piegato a metà. Dovevo sembrare un fuscello mezzo spezzato, o qualcosa del genere. Tossii, cercando di riprendere un pò di contegno. Basta, mi ero stufato. C'era troppa, troppa confusione.
    E la colpa era solo di una certa persona: quella che aveva organizzato tutto.
    Non che mi importasse di sapere chi fosse, questo è certo. Semplicemente, volevo andarmene da tutta quella calca. Sgattaiolare via, come mio solito, e rintanarmi nel mio cantuccio, in quel banco sempre così lontano dalla cattedra ma fin troppo vicino alle finestre. Così, cercando di pensare alla pancia ancora mezza indolenzita, cominciai a farmi avanti, in mezzo a quell'oceano di gente. Pestai parecchi piedi, per poco non fui pestato... ma, alla fine, tornai a riveder le stelle. Umh, in un certo senso sì. L'ennesimo spintone mi stava davvero facendo vedere astri su astri.
    Però, almeno, adesso potevo respirare un pò di aria pura. Ero finito in prima fila, ed ora potevo vedere tutto quello che stava succedendo. Per prima cosa, notai uno striscione coloratissimo ed anche parecchio grande. Grosse lettere vi erano dipinte, e recitavano esattamente le parole che avevo sentito poco prima. Salviamo le marmotte. Wow. Chiunque avesse organizzato la cosa aveva fatto tutto in grande. Però... quel pensiero tornò a martellarmi nella mente. Era colpa sua.
    Il mio sguardo scese, pronto a cercare vie di fuga. Avevo quasi addocchiato la via migliore per scappare, quando...
    "Unitevi a me in questa lotta! Io dico: Salviamo le marmotte bianche del Paraguay!!!"
    Una voce squillante e rabbiosa aveva appena pronunciato queste fatidiche parole. Dentro un megafono. Un enorme megafondo. O almeno, doveva essere così, visto che mi ritrovai i timpani praticamente perforati. Anche perchè, in risposta alle parole di quella che sembrava una voce femminile, la folla si alzò, esultante.
    Per poco non caddi per terra, visto il fermento dietro di me. Eccola. Ecco la responsabile. Se, da una parte, avevo provato stima, per lei, ora... la mia mente gridava che no, c'era qualcosa che non andava. Per non parlare di buona parte del mio povero corpo, che ancora gemeva per tutte le botte prese in mezzo a quella ressa.
    Incrociai le braccia, osservando la ragazza, appena a due metri da me. Era piccolina, vestita in modo vistosamente hippie. Aveva un che di simpatico, questo ve lo concedo. Guardava fiera e spavalda il suo pubblico. Poi, ad un tratto, i nostri sguardi si incontrarono. Aveva qualcosa di... famigliare.
    "Le marmotte bianche del Paraguay..." cominciai, ad alta voce... già, avete capito bene. Stavo parlando davanti ad una folla, o qualcosa del genere. Io, Hugo Cox, lo sfigato per eccellenza, quello che non apriva mai la bocca su niente e nessuno, ora diceva la sua. Perchè? Beh, le ragioni erano svariate... vi dico solo che, per una volta, provai un senso di onnipotenza.
    Mi schiarii la voce, mentre un sorrisetto mi si dipingeva sulle labbra. Ero pronto a continuare. "... non esistono! Documentatevi, prima di sparare sentenze."

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    Ho sempre pensato che la vita non sia breve, anzi.. è addirittura più lunga di quanto noi immaginiamo. Ciò che ci frega, principalmente, è il tempo. Il tempo che impieghiamo per cose futili, sciocche, che riteniamo sbagliando importanti. Insomma, perdiamo troppo tempo in stupidaggini. Anzi, voi lo fate. Io da sempre avevo cercato di impiegare il mio tempo facendo qualcosa di concreto, sensato, reale, utile..
    Qualcosa di appagante. E non so dirvi quando nacque questa mia vena attivistica, ma non saprei davvero come avrei vissuto senza le mie proteste, le mie manifestazioni, i miei scioperi della fame. Erano il mio tutto. Certo, assieme a quel gran figo di Jim Morrison, ovviamente.
    Credevo però che mi mancava compagnia in questa mia "campagna" del salvare la terra. Avevo cercato di coinvolgere i miei coetanei, i miei amici.. ma nulla, rimanevano dell'idea che ciò che facevo io fosse una perdita di tempo. Poveretti, ho pena per loro, sul serio. Crescendo capiranno di essere stati per fin troppo tempo dalla parte sbagliata. Vivevo quindi col peso dell'ignoranza della mia generazione, chiedendomi perchè nessuno ricevesse una qualche illuminazione divina e venisse finalmente dalla mia parte,dalla parte giusta e perfetta ovviamente.
    Ma quella mattina.. sentire gli applausi, la folla che mi incitava.. era tutto cosi dannatamente perfetto che non mi sembrava vero. Mi ergevo sulla folla, fiera, soddisfatta e quasi commossa.Sentivo finalmente di aver toccato un tema comune. Sinceramente, non sapevo che il destino delle marmotte bianche del Paraguay fosse un tema talmente sentito, come riserva avevo la richiesta di una nuova collezione di _Hogan ( tanto per raccogliere l'interesse generale, poi avrei attaccato con le marmotte, eh!) tanto per non fare scena muta, eh!!
    -"Grazie, grazie a tutti quanti! Siete fantast.."- ma mi dovetti bloccare. E si, dovetti proprio farlo. Perchè un insetto stecco con un cescpuglio nero in testa s'era distinto tra la massa.. rovinando tutto. Esatto, volete che ve lo dica a rallentatore? R O V I N A N D O T U T T O Q U A N TO!!!!
    Lo individuai con lo sguardo, lo trovai e giuro non lo lasciai più. Il mio sguardo d'un tratto diventò infuocato mentre il diffamatore sputava veleno. Oh, ecco la serpe di turno. Perchè si, ce ne era sempre uno. Non lo avevo guardato bene in faccia, lo ammetto, per cui non mi accertai nemmeno di conoscerlo o meno.
    Partii subito in quarta, come sempre aggiungerei, e prendendo il megafono gli parlai. "Ah si? Guardate gente, parla Mister "Geo&Geo"..tzè"-gli dissi, sprezzante, facendo una smorfia. "con che coraggio vieni qui a diffamarmi?"- continuai imperterrita, mentre la folla mi dava ragione, ovviamente. No.. un attimo.. la folla mi dava ragione? Grande!!
    "E posso sapere il tuo nome, oh diffamatore, o le palle di esporti cosi tanto non le hai, uh?"- okay, forse non avrei dovuto scaldarmi tanto. Ma..quello era il mio momento, il mio,dannazione!

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    Edited by ;steppa yang - 10/8/2011, 21:33
     
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    Se fino ad un attimo prima avevo lottato per riemergere da quel fiume di gente, ora... che diavolo combinavano? Mi ritrovai spinto in avanti, ovviamente sul punto di volare per terra, visto il mio dannatissimo, e, soprattutto, piuttosto monco equilibrio.
    Non mi voltai, però, per sbraitare in faccia a quei cretini. No. A parte il fatto che... va bene, va bene, la ragione principale era una sola: come direbbe Dylan, sono un codardo, per certe cose. Lo ammetto. Anche se, però, lo spiegherei in modo molto diverso. Semplicemente, non so farmi valere, con la gente. Quelle poche volte che apro la bocca vado sempre a finire male. Sapete com'è, quando si deve ricoprire la parte dello sfigato di turno. Aspettate... di turno? Di sempre, se mai.
    Già, potrei mettermi a distribuire biglietti da visita. Hugo Cox, lo sfigato. Potrei fare fortuna, così. Lo sfigato di professione. Non, però, quello che attira la sfortuna... solamente l'elemento di sfogo, il capro espiatorio.
    Dannazione, ma che diavolo stavo farneticando? Il nerd di mestiere? Ehi, non ci tenevo affatto! Non che le cose possano cambiare, questo è chiaro, ma... mi auguro, nascostamente, una qualche novità, prima o poi. Un riscatto, ecco.
    Comunque, tutto questo non c'entra nulla. All'improvviso, mi ero ritrovato fuori dalla folla, barcollante, e avevo pure espresso il mio parere, davanti a quella che... beh, mi ricordava qualcuno. Scavare nella mente proprio in quel momento, però, non mi sembrava una cosa molto intelligente. Soprattutto perchè il mio parlare non era rimasto senza risposta.
    La ragazza mi fissava, con fare a dir poco infuriato. Ehi, faceva una certa paura, in effetti, quell'espressione. Era... incazzatissima. E brandiva un megafono. Un grosso, enorme megafono. Puntato, ovviamente, sul sottoscritto.
    Come un tornado, la furia dell'hippie mi investì. Un fiume di parole, un ritmo incalzante, un tono che non ammetteva repliche... e il consenso della folla.
    Cosa diavolo mi era saltato in mente? Non lo sapevo. O meglio... quello era sintomo di pazzia. Mi ero esposto da solo, senza l'aiuto di nessuno. Un idiota, ecco cos'ero. Anche se...
    "Con che coraggio? Da quando non si può esprimere la propria opinione?" ribattei, di punto in bianco, colmando il primo momento libero dalle sue urla dietro al megafono. Certo, la mia voce non sovrastava sicuramente tutto quel casino, però... signori, stavo parlando, così, come se nulla fosse, davanti a tutti...!
    Ma ecco che una nuova ondata mi buttò sott'acqua, con tutta la sua forza. Il mio nome. Voleva sapere il mio nome. Di colpo, la folla mi sembrò ammutolirsi. Anzi, sentivo qualche risatina, o cose del genere. Cos'era, in fondo, quella? Una semplice, semplicissima domanda. Perchè non rispondervi normalmente?
    ... Va bene, era inutile. Odio espormi, se non si fosse capito. Ma, non si sa perchè, l'avevo appena fatto. E ora... reclamava il mio nome, la mia identità.
    Raddrizzai le spalle, sostenendo quello sguardo di ghiaccio. "Perchè tiri fuori la paura?" le domandai. Un secondo... sì! L'avevo detto davvero! Io! "Devo presumere che sia tu, quella così insicura?"
    Ok, quello era un sogno e presto mi sarei svegliato. Purtroppo.
    "Per non parlare del fatto che risulta evidente quanto tu abbia torto, in questo modo...!"

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    Sapete quei momenti perfetti in cui credi fermamente di essere arrivato? Ecco, io l'avevo quasi assaporato. Quasi. Fissavo il diffamatore, l'orribile ragazzo altro tre metri e qualcosa che cercava di reggere il mio sguardo. Senza riuscirci ovviamente. In fondo cosa poteva il suo sguardo da "oh sono un povero nerd sfigato che ha scoperto di saper parlare" contro il mio da " ti stacco quelle aste che ti ritrovi al posto delle gambe e ti rinchiudo nella mia cassaforte a vita"? Esatto, niente. Comunque quello lì per essere un nerd idiota sembrava starsi dando da fare per combattermi.
    Ghignai appena, pensando che forse stava addirittura considerando quello come il suo momento di gloria, l'unico della sua vita fino ad all'ora. Bhè, non avevo intenzione di farmi sputtanare solo per lenire le sue ferite da sfigatone.
    -"Da quando? Da quando hai deciso di sparare emerite cavolate!"- gli risposi, aggressiva come sempre, mentre ovviamente continuavo a parlare dal mio megafono.
    -Per cui, se non ti dispiace... sciò, sciò!!"- dissi ad un certo punto, facendogli segno con una mano di andare via. Ma no, il genio s'era preso di coraggio, aveva scoperto di saper parlare e quindi no che non se ne sarebbe andato. Mi guardai appena intorno, osservando il volto dei miei compagni di scuola che cominciavano ad avere dei dubbi su chi tra noi due avesse ragione. Che cavolo, stavo già perdendo i miei sostenitori!
    Alzai un sopracciglio alle sue provocazioni. Diciamolo, per essere un novellino sapeva dove colpire. Ma io ero molto più brava di lui, senza alcun dubbio. Per cui mi accorsi anche che stava abilmente cercando di sviare la mia domanda.
    Cosi, sedendomi a gambe incrociate sulle scatole, gli dissi con aria da sbruffona - " Senti bello, non sono di certo io quella che non ha il fegato di dire il proprio nome, o sbaglio?"- che poi bello..sembrava un..un.. un'acciuga, ecco.
    Torto? E perchè mai avrei dovuto avere io torto? Mah, era proprio un essere spregevole, attaccarmi durante una mia battaglia per la salvezza di un popolo animale in estinzione. Proprio senza cuore... Senza cuore? Ma certo!!
    Abbassai lo sguardo, concentrandomi più che potevo.. e lentamente, cominciarono a cadere delle lacrime che rigarono le mie guance. Con fare sconvolto gli chiesi, sempre dal megafono -" Come puoi contrastare un'opera benefica? Non hai a cuore questa terra? Non hai a cuore i suoi abitanti?"- e si sa, vedere una ragazza piangere fa il suo effetto. Molti spettatori, specialmente i maschietti, cominciarono ad annuire e a voltarsi con occhi accusatori verso quello lì che, in due secondi, ero riuscita a trasformare nell'orco cattivo.

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    Edited by ;steppa yang - 8/9/2011, 09:25
     
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    hugopost

    Quella mattina doveva essere sicuramente successo qualcosa di cui non mi ero accorto. Sì, non c'erano altre spiegazioni. Non si trattava del semplice scendere dal letto con il piede sbagliato. Nemmeno della luna storta, anche perchè, in caso non ve ne siate accorti, non sono una ragazza. Quindi, ecco, di problemi lunari -non lunatici, lunari proprio!- non dovrei averne. Ma il punto non è questo. Doveva essere successo un cataclisma molto più grande, tipo una maledizione calata dal cielo o qualcosa del genere. Niente, davvero, niente stava andando come al solito. Le cose, invece, avevano preso una piega del tutto irrealistica ed assurda.
    Intanto, quella tizia con un che di inquietantemente famigliare si era messa a sbraitare cose insensate davanti a scuola. Ora, non che fosse poi un evento così strano, dato che praticamente un giorno sì ed uno sì succedeva lo stesso. Ma... ma stavolta era davvero campata completamente in aria come cosa! Le marmotte bianche del Paraguay?! Mi veniva da ridere anche solo a pensarci.
    Elemento numero due: io mi ero fatto avanti. Avevo parlato. Avevo parlato davanti a tutti. Sì, risottolineerei quell'io. Hugo Cox, il re degli sfigati, il nerd da evitare come la peste, eccetera eccetera insomma. Come minimo, metà del mio cervello doveva essersene andato in vacanza, nel corso di quella notte. Cosa cavolo speravo di ottenere? Gloria? Fama? Simpatia?
    No! Non volevo niente, assolutamente niente! E, invece, qualcosa mi diceva che da lì a poco avrei ricevuto la mia ricompensa. Pardon: punizione. Insomma, bastava guardarla per capirlo. Un altro po' e i miei capelli avrebbero preso fuoco, dato che il suo sguardo cominciava a sprizzare scintille.
    Aveva fegato, questo dovevo ammetterlo. Per quanto fosse minuscola, era tremendamente agguerrita. Ero praticamente convinto che sarebbe riuscita a stendermi. Non tanto a gesti, quanto, ovviamente, a parole e combattendo egregiamente. Anzi, con quella fascetta da hippie in testa somigliava persino a Rambo... forse mi conveniva scappare davvero!
    Invece, come un vero e proprio idiota, ero ancora lì. E non smettevo di fissarla. Abbassare gli occhi voleva dire dargliela vinta. Cosa che, non si sa come o perchè, non volevo assolutamente. Anzi, al contrario, me ne stavo piantato nei miei quasi due metri d'altezza -una vera tragedia, credetemi- e guardavo quello scricciolo pronto a divorarmi. Chiamasi masochismo? Molto, molto probabile. Dunque, eccomi lì, sbeffeggiato pubblicamente dalla piccola hippie. Mi stava addirittura scacciando? Spalancai gli occhi, sollevando le sopracciglia in un moto di teatrale sorpresa. Ci mancava solo!
    Ovviamente la parte mancante del mio povero cervello fece in modo di non farmi muovere di un millimetro. Anzi, qualcosa mi diceva di continuare così. Stavo andando alla grande, e, per quanto appunto la cosa fosse masochistica, c'era pure un certo divertimento in quell'assurdissima ed incredibile situazione. Anche perchè, soprattutto, avevo appena intravisto un segno di cedimento. Quell'esaltata si era infatti appena guardata intorno, sfuggendo ai miei occhi. Perfetto! Mi concessi un piccolo, minuscolo ghigno di soddisfazione. Bene, le davo il vantaggio di continuare. O forse la presunta supremazia mi stava solo dando alla testa?
    “Presentati al tuo pubblico, allora, mia cara.” le feci notare fintamente affabile, incrociando le braccia con fare di superiorità. D'accordo, era un bell'azzardo. Insomma, poteva aver detto il suo nome all'inizio di tutto quel trambusto, quando ancora -per fortuna!- non ero nei paraggi. In ogni caso, però, non c'era altra via di scampo. Per quanto io sia uno sfigato, agli occhi di tutto il mondo, in realtà nessuno sa chi sono. Quindi... svelarmi sarebbe stato un grasso, grosso rischio.
    Il suo silenzio mi fece esultare nuovamente, anche se, devo ammetterlo: non è che mi sentissi in colpa, ma... il successo era qualcosa di veramente insolito. Non era da me, insomma, l'ombra delle ombre, la persona più comune e mediocre, tra tutte quelle che conoscevo. Addirittura, però, la vidi abbassare la testa. Non potevo crederci! Si arrendeva... si arrendeva così?!
    Ma poi, la vidi. Due grosse lacrime le bagnavano il viso. Per un attimo desiderai sprofondare. Avevo esagerato davvero? L'avevo fatta piangere? Subito partì con un esame di coscienza, che, però, venne ben presto stoppato. Eh già, aspettate prima di trarre conclusioni. Quelle erano le lacrime di una brava attrice! Tuttavia, il pubblico non era d'accordo con me. Qualcosa come uno spintone ed un mormorio sempre più alto cominciò a diffondersi, davanti a me. La ragazza bionda e riccia che avevo di fianco mi guardò malissimo, sussurrando qualcosa come 'brutto porco!'. Ehi! Ma che cavolo avevo fatto?! Me lo volete spiegare?
    Nuovamente sperai di essere inghiottito dal pavimento. Molto meglio che essere pestato dalla folla, ecco. Non potevo, però, non controbattere. Dovevo escogitare qualcosa.
    Driiiiiiiin.

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    Dawn Marie Fox

    Controllare la folla era un qualcosa che mi aveva sempre affascinata. Riuscire a convincere un tot di persone a seguire la tua idea, per quanto strampalata che fosse, era un'impresa che stuzzicava molto la mia sete di potere. Perchè si, lo ammetto, oltre al mio vero e vivo interesse per le cause per cui combattevo, c'era anche la voglia di fare qualcosa di grande, di rivoluzionario! ... Qualcosa che mi elevasse rispetto agli altri! Dawn Fox, paladina della terra. Altro che Sailor Moon, ecco!
    Un costume da marinara però non riuscivo proprio ad immaginarmelo addosso. Forse..forse più una bella tuta da naturalista, quelle piene di tasche e bottoni, di quel colorito marroncino ocra che sapeva tanto di savana! Ecco, si, con una cosa del genere mi ci vedevo eccome. Si, si.. Dawn Fox, paladina della terra.
    E quando mi chiese di presentarmi, cosa che avevo già fatto comunque prima che lui arrivasse, quasi quasi mi venne da rispondere:
    -" Sono Dawn Fox, paladina della Terra, di tutti gli animali oppressi, in estinzione, con solo la voglia di continuare il loro cerchio della vita! Perchè si, è una giostra che va questa vita che gira insieme a noi e no, no amici, non si ferma mai"
    Ovviamente avrei citato Ivana Spagna ed il Re Leone tra i ringraziamenti. Sta di fatto che, ahimè, non risposi, perché ben altro avevo nella mia testolina in quel momento.
    Le lacrime scendevano, belle gocce enormi solcavano il mio viso.. e dentro, mi sentivo una dea. Ah! Quale altra attrice sarebbe riuscita a piangere cosi, di botto, con voce rotta ed occhi arrossati? (- stefania dice natalie portman, ma cavolo, ancora non è un'attrice nella loro epocaXD-)
    Ecco, esatto nessuno. Bastò qualche minuto ed il mio discorso, insieme alle lacrime, fecero l'effetto voluto. Quell'acciuga lì davanti fu additato da tutti i miei compagni di scuola. A breve temevo gli avrebbero sputato contro, sul serio.. probabilmente le ragazze si sarebbero messe in fila e ad una ad una gli avrebbero dato un bel calcio nei co_______
    Ehm, mi hanno censurato, ma immagino abbiate capito tutti quanti.
    Mentre osservavo la mia opera ben riuscita, pensai che questo mio desiderio di controllare la folla altro non era che un richiamo alla dittatura. Subito di colpo spalancai gli occhi, terrorizzata da me stessa e affascinata dalla mia mente diabolica. Si! Esatto, Dawn Fox poteva essere anche diabolica! Al diavolo quelli che mi prendevano in giro perchè parlavo con le coccinelle e le farfalle!
    Io, si, ero cattiva! Muahaha, cattiva dentro! ........Dite che sono poco credibile? Meglio tornare a quel che succedeva davanti i cancelli, anche perchè... DRIIIIIIN
    No, non adesso! Tutti all'improvviso dimenticarono quel che era successo, reimmergendosi nei loro stupidi perniseri egoisti del tipo "oh no, sono già le otto", " che palle, fisica a prima ora", " non ho studiato nulla, mi incula di sicuro" e "quant'è bono oggi Mike".. Che merde di persone.
    -"Ehi, aspettate! Dove andate? C'è una ragazza in lacrime col cuore spezzato qui!!"-
    dissi con tono isterico rivolta alla folla che ormai andava disperdendosi. Ma era troppo tardi, ormai stavano entrando tutti. Sbuffai, sedendomi sul palchetto che avevo allestito ed elencai mentalmente quella delle talpe del Paraguay come l'ennesima sconfitta.
    Poi mi ricordai di una cosa..anzi..di un qualcuno. Si, l'acciuga. Era ancora lì, impalato. Lo guardai torvo, inclinando la testa ed arricciando le labbra.
    "Che vuoi? Non hai nemmeno la decenza di lasciarmi soffrire da sola, eh, distruttore?"
     
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